Divertirsi e vincere, anche in carrozzina: la storia di Pippo Galliano e l’insegnamento del maestro Emiliano Siciliani
Non chiamateli disabili. Non tanto perché loro non riconoscano di avere una disabilità, ci mancherebbe. Ma perché siamo noi che dobbiamo capire il potenziale che hanno queste persone. Che giocano, si divertono ed in molti casi si dimostrano anche dei veri campioni. È il caso di Giuseppe Galliano, che sotto le sapienti mani del coach Emiliano Siciliani ha sbancato: «Pippo è davvero un grande - esordisce Emiliano - è uno dei nostri atleti del settore padel in carrozzina ed è sicuramente la nostra punta di diamante. Sta svolgendo un percorso molto agonistico, si allena tre volte a settimana e partecipa anche a competizioni prestigiose».
Giuseppe ha vinto un torneo inclusivo a Pescara, lì dove ha giocato al fianco del suo amico Luca Facchetti in un torneo misto tra disabili e normodotati: «E’ anche stato due volte a Barcellona ed è stato chiamato dal circolo Aniene di Roma - ricorda ancora Emiliano Siciliani - siamo molto orgogliosi di lui come di Tommaso, che invece proviene dal tennis, che si allena una volta a settimana e che stiamo cercando di indirizzare ad un livello più alto. E poi c’è Flavia, una signora che scia con la quale stiamo facendo passi da gigante, perché è partita dal non sapere nemmeno tenere in mano la racchetta».
Ma come si lavora con una persona disabile? «L’approccio con la persona che hai difronte è importantissimo, ma basta la predisposizione, capire quello di cui hanno bisogno. Io gioco con loro in carrozzina, perché così capisco come si muovono, da che lato devono andare, come girare... insomma, non è semplice ma il padel in carrozzina fa bene sotto tantissimi aspetti. A livello fisico aumenta la forza muscolare, permette di migliorare l’equilibrio e la coordinazione. A livello cognitivo stimola attenzione, concentrazione e memoria. E ha il suo valore anche a livello psicosociale: il rispetto delle regole, l’accettazione dei possibili errori del compagno, i valori della compagnia, l'integrazione. Giuseppe? Lui non conta, è già più forte di me» (ride, ndr).
EMILIANO SICILIANI
Da un anno al Quanta, laureato in educazione fisica in Argentina, Emiliano Siciliani vive in Italia dal 2018. Una vita per aiutare chi ha disabilità (tanto che il suo tirocinio lavorativo è stato con ragazzi in carrozzina), tre anni fa ha iniziato a lavorare al «Paolo Larissa Pini» di Milano, grazie anche al supporto della Scuola dello Sport del Coni: «Voglio fare questo di lavoro, affiancarmi in modo professionale a normodotati e disabili». E l’approdo al Quanta Club, per lui, ha rappresentato proprio questa svolta.